Vignale...storia di vino armi e nobiltà  



Il nome Vinealis: terra di vino, compare già in un diploma del 1164 di Federico Barbarossa, a testimonianza di quanto sia antica la vocazione di questo borgo nel cuore del Monferrato, ma già in epoca romana il sito era conosciuto, lo testimonia- no i reperti nella chiesa della frazione di Molignano. Il terreno ideale per la coltivazione della vite e la posizione a guardia della valle dei torrenti Grana e Rotaldo diedero a Vignale nei secoli successivi in rango ed i monumenti di una cittadina.
Furono i primi marchesi del Monferrato gli Aleramici ad esaltarne l'importanza con la costruzione del Castello. Le successive dinastie dei Paleologi lo ampliarono circondando il paese da mura il cui tracciato, è ancora ben intuibile dalla odierna planimetria. Gli stessi Paleologi favorirono la costruzione del complesso dei Servi di Maria, negli anni in cui il vignalese Secondo Cornacchia seguiva Colombo nelle Americhe. Lo stesso Guglielmo Gonzaga regalò alla moglie acqua della sorgente
curativa fons salera, quando con il passaggio del Marchesato a Mantova, Vignale acquistò ancora più prestigio a cui contibui' l'ascesa dei conti Callori, veri signori di Vignale fino all'Ottocento. Il confine tra Francia e Spagna e la guerra per la successione di Mantova e del Monferrato portarono a Vignale cento anni di scontri cruenti , tanto che il castello conserva, sopra uno strtto pozzo, la lapide a ricordo di un episodio del 2 febbraio 1556, quando il comandante della guarnigione spagno la piuttosto che arrendersi alle truppe francesi si gettò in questo pertugio. Nel 1691 la peste giunse a Vignale, facendo più di 100 morti. I due secoli successivi, passato il marchesato ai Savoia, furono più trnquilli. Il frazionamento dei latifondi nobiliari ed ecclesiasitici, favori' la piccola proprietà contadina. Con la nascita della moderna enologia il vino divenne sempre più il simbolo dell'economia di Vignale. Purtrop-
po la filossera che si abbattè sui filariall'inizio del '900 costrinse molti vignalesi ad emigrare e la popolazione si ridusse ad un quarto del secolo precedente. Nel 1971 nel palazzo si chiudeva anche l'epoca dei Callori con la morte di federico Stanislao Callori, caridnale della curia romana che fu al servizio di cinque papi. Il grande complesso ( che aveva ospitato anche il giovane Don Bosco ) acquistato dalla Regione Piemonte divenne sede dell'Enoteca del Monferrato nel 1979 e contestuamente ebbe inizio anche il Festival Internazionale Vignaledanza: due  simboli della rinascita del paese. Oggi, infatti la principale risorsa rimane la vite, ma grazie an- che al Festival si è creata una cultura dell accoglienza, che offre al visitatore, accanto alla tipicità del luogo e dei prodotti una vasta scelta di agriturismi, ristoran- ti e locali caratteristici. Tutto ciò ha contribuito a fare del comune uno dei più ricercati del Monferrato, all'altezza della tradizioni enogastronomiche di questa terra.


* Created by Giorcelli Roberto *